Terapia anticoagulante orale non-antagonista della vitamina K ritardata rispetto a terapia anticoagulante orale dopo ictus ischemico acuto nella fibrillazione atriale: studio TIMING
Non ci sono raccomandazioni basate sull'evidenza sul momento ottimale per iniziare ad assumere anticoagulanti orali non-antagonisti della vitamina K ( NOAC ) dopo ictus ischemico acuto nei pazienti con fibrillazione atriale.
Sono state studiate l'efficacia e la sicurezza dell'inizio precoce rispetto a quello ritardato degli anticoagulanti orali non-antagonisti della vitamina K in questi pazienti.
TIMING ( Timing of Oral Anticoagulant Therapy in Acute Ischemic Stroke With Atrial Fibrillation ) era uno studio basato su registro, randomizzato, di non-inferiorità, in aperto, in cieco eseguito presso 34 Stroke Unit, che ha utilizzato lo Swedish Stroke Register per l'arruolamento e il follow-up.
Entro 72 ore dall'insorgenza dell'ictus, i pazienti sono stati randomizzati all'inizio precoce ( 4 giorni o meno ) o ritardato ( 5-10 giorni ) degli anticoagulanti orali non-antagonisti della vitamina K, con scelta a discrezione dei ricercatori.
L'esito primario era il composito di ictus ischemico ricorrente, emorragia intracerebrale sintomatica o mortalità per tutte le cause a 90 giorni.
Il margine di non-inferiorità prespecificato era del 3%.
Gli esiti secondari includevano le singole componenti dell'esito primario.
Tra il 2017 e il 2020, 888 pazienti sono stati randomizzati all'inizio anticipato ( n=450 ) o ritardato ( n=438 ) dell’anticoagulante orale non-antagonista della vitamina K.
Nessun paziente è stato perso al follow-up a 90 giorni.
L'età media era di 78.3 anni; il 46.2% era costituito da donne; il 49.1% aveva precedentemente sofferto di fibrillazione atriale; il 17.5% aveva avuto un precedente ictus.
L'esito primario si è verificato in 31 pazienti ( 6.89% ) assegnati all'inizio precoce e in 38 pazienti ( 8.68% ) assegnati all'inizio ritardato di anticoagulanti orali non-antagonisti della vitamina K ( differenza di rischio assoluto, -1.79%; P non-inferiorità=0.004 ).
I tassi di ictus ischemico sono stati del 3.11% e del 4.57% ( differenza di rischio, -1.46% ) e i tassi di mortalità per tutte le cause sono stati del 4.67% e del 5.71% ( differenza di rischio, -1.04% ) rispettivamente nel gruppo precoce e ritardato.
Nessun paziente in entrambi i gruppi ha manifestato emorragia intracerebrale sintomatica.
L'inizio precoce è risultato non-inferiore all'inizio ritardato dell’anticoagulante orale non-antagonista della vitamina K dopo ictus ischemico acuto nei pazienti con fibrillazione atriale.
Tassi numericamente più bassi di ictus ischemico e morte e l'assenza di emorragie intracerebrali sintomatiche hanno implicato che l'inizio precoce fosse sicuro e dovesse essere preso in considerazione per la prevenzione dell'ictus secondario acuto nei pazienti eleggibili per il trattamento con anticoagulanti orali non-antagonisti della vitamina K. ( Xagena2022 )
Oldgren J et al, Circulation 2022; 146: 1056-1066
Neuro2022 Farma2022
Indietro
Altri articoli
Sicurezza del passaggio da un antagonista della vitamina K a un anticoagulante orale non-antagonista della vitamina K nei pazienti anziani fragili con fibrillazione atriale: studio FRAIL-AF
Vi è ambiguità sulla questione se i pazienti fragili con fibrillazione atriale gestiti con antagonisti della vitamina K ( VKA...
Effetto dell'ablazione transcatetere mediante isolamento della vena polmonare con o senza isolamento della parete atriale posteriore sinistra sulla recidiva di aritmia atriale nella fibrillazione atriale persistente: studio CAPLA
L'isolamento della vena polmonare ( PVI ) da solo è meno efficace nei pazienti con fibrillazione atriale persistente rispetto alla...
Sviluppo e validazione del punteggio DOAC, un nuovo strumento di previsione del rischio di sanguinamento per i pazienti con fibrillazione atriale in trattamento con anticoagulanti orali ad azione diretta
Gli attuali strumenti di decisione clinica per valutare il rischio di sanguinamento nei soggetti con fibrillazione atriale hanno prestazioni limitate...
Progressione della fibrillazione atriale dopo crioablazione o terapia farmacologica
La fibrillazione atriale è una malattia cronica e progressiva e le forme persistenti di fibrillazione atriale sono associate a maggiori...
Associazioni della dose di Apixaban con esiti di sicurezza ed efficacia nei pazienti con fibrillazione atriale e grave malattia renale cronica
Le raccomandazioni per il dosaggio di Apixaban ( Eliquis ) sulla base della funzionalità renale non sono coerenti tra l'FDA...
Ablazione transcatetere nell'insufficienza cardiaca allo stadio terminale con fibrillazione atriale
Il ruolo dell’ablazione transcatetere nei pazienti con fibrillazione atriale sintomatica e insufficienza cardiaca allo stadio terminale non è noto. È stato...
Sicurezza ed efficacia dell'ablazione a campo pulsato nel trattamento della fibrillazione atriale: esiti a un anno dal registro MANIFEST-PF
L'ablazione a campo pulsato è una nuova modalità di ablazione cardiaca non-termica che utilizza impulsi elettrici ultrarapidi per causare la...
Effetti dell'anticoagulazione orale nelle persone con fibrillazione atriale dopo emorragia intracranica spontanea: studio COCROACH
La sicurezza e l’efficacia degli anticoagulanti orali per la prevenzione di eventi cardiovascolari avversi maggiori nelle persone con fibrillazione atriale...
Anticoagulazione precoce versus tardiva per l'ictus nei pazienti con fibrillazione atriale
L'effetto dell'inizio precoce rispetto all'inizio successivo degli anticoagulanti orali diretti ( DOAC ) nelle persone con fibrillazione atriale che hanno...
Ablazione a campo pulsato o termica convenzionale per la fibrillazione atriale parossistica
L’isolamento della vena polmonare mediante catetere è un trattamento efficace per la fibrillazione atriale parossistica. L’ablazione a campo pulsato, che...